Comunicato stampa
Italia
Presentati all’ATS e pubblicati sul NEJM i dati dello studio di fase 3 NOTUS di dupilumab nella BPCO
* I risultati dello studio NOTUS confermano i precedenti dati dello studio di riferimento di fase 3 BOREAS e dimostrano che dupilumab riduce significativamente (-34%) le esacerbazioni e migliora la funzione polmonare, rispetto al placebo, nella broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) non controllata con evidenza di infiammazione di tipo 2
* I dati supportano il potenziale di dupilumab come primo nuovo approccio terapeutico in oltre un decennio e in assoluto come prima terapia biologica mirata per la BPCO
Milano, 24 maggio 2024. Sono stati presentati, in occasione della sessione conclusiva della Conferenza Internazionale 2024 dell’American Thoracic Society (ATS) e contemporaneamente pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM), i dati dello studio di fase 3 NOTUS, che ha valutato l’uso sperimentale di dupilumab come trattamento di mantenimento aggiuntivo in adulti con BPCO non controllata in trattamento con terapia inalatoria standard massimale (quasi tutti in triplice terapia) e con evidenza di infiammazione di tipo 2 (cioè eosinofili nel sangue ≥300 cellule per µL). Lo studio NOTUS ha confermato i risultati positivi dimostrati nello studio principale di fase 3 BOREAS.
Surya Bhatt, M.D., MSPH
Professore presso l’Università dell’Alabama a Birmingham, Divisione di Medicina Polmonare, Allergologia e Terapia Intensiva, e principale co-sperimentatore dello studio.
“In oltre 20 anni di professione, ho visto progressi limitati per i pazienti che lottano contro gli effetti debilitanti di una BPCO non controllata e troppi pazienti sperimentare un circolo vizioso di esacerbazioni che possono portare alla perdita della funzionalità polmonare e alla notevole riduzione della qualità della vita. Nello studio NOTUS, dupilumab ha ridotto le esacerbazioni in misura mai vista prima con un farmaco biologico sperimentale in uno studio clinico di fase 3 sulla BPCO. Questi risultati nel loro complesso confermano che, se approvato, dupilumab potrebbe rappresentare un progresso medico unico nel suo genere per la comunità della BPCO.”
Come presentato e pubblicato, lo studio NOTUS ha raggiunto gli endpoint primari e secondari. Tutti i pazienti erano in terapia inalatoria standard massima (quasi tutti in triplice terapia). I pazienti che hanno ricevuto dupilumab (n=470) hanno sperimentato i seguenti risultati, rispetto al placebo (n=465):
- 34% di riduzione delle esacerbazioni moderate o gravi della BPCO nelle 52 settimane (p<0,001), endpoint primario.
- Miglioramento più che doppio della funzione polmonare (FEV1 pre-broncodilatatore) dal basale alla settimana 12 (139 mL vs. 57 mL; p<0,001), con un miglioramento mantenuto alla settimana 52 (115 mL vs. 54 mL; p=0,018), endpoint secondari.
- Miglioramento numericamente maggiore della qualità di vita correlata alla salute rispetto al basale alla settimana 52, un endopoint secondario, come definito dagli esiti riferiti dal paziente (PRO) nel Questionario Respiratorio di St. George (SGRQ).
- Riduzione numericamente maggiore della gravità dei sintomi respiratori dal basale alla settimana 52, un endpoint secondario, come definito dai PROs nella valutazione dei sintomi respiratori in BPCO(E-RS).
I dati sulla sicurezza sono stati generalmente coerenti con il profilo di sicurezza noto di dupilumab nelle sue indicazioni approvate. I tassi complessivi di eventi avversi (AE) sono stati del 67% per dupilumab e del 66% per il placebo. Gli eventi avversi più comunemente osservati con dupilumab rispetto al placebo comprendevano infezione da COVID-19 (9,4% dupilumab, 8,2% placebo), nasofaringite (6,2% dupilumab, 5,2% placebo) e cefalea (7,5% dupilumab, 6,5% placebo). Gli effetti collaterali più comunemente osservati con il placebo rispetto a dupilumab comprendevano la BPCO (7,8% placebo, 4,9% dupilumab). Gli eventi avversi che hanno portato al decesso sono stati il 2,6% per dupilumab e l’1,5% per il placebo.
Dupilumab è attualmente in fase di Priority Review da parte della Food and Drug Administration (FDA) statunitense come trattamento aggiuntivo di mantenimento in alcuni pazienti adulti affetti da BPCO non controllata con evidenza di infiammazione di tipo 2. È prevista una decisione entro il 27 giugno 2024. Le domande di autorizzazione sono in corso di esame anche nell’Unione Europea e in Cina, mentre sono in corso discussioni con altre autorità regolatorie in tutto il mondo.
L’uso potenziale di dupilumab nella BPCO è attualmente in fase di sviluppo clinico e la sua sicurezza ed efficacia in questo ambito non sono state completamente valutate da alcuna autorità regolatoria.
La BPCO
La BPCO è una malattia respiratoria che danneggia i polmoni e causa un progressivo declino della funzionalità polmonare. I sintomi includono tosse persistente, dispnea ed eccessiva produzione di muco che possono compromettere la capacità di svolgere le attività quotidiane di routine, con conseguente ansia, depressione e disturbi del sonno. La BPCO è anche associata a un significativo onere sanitario ed economico dovuto alle ricorrenti esacerbazioni acute che richiedono il trattamento con corticosteroidi sistemici e/o portano all’ospedalizzazione. Il fumo e l’esposizione a particelle nocive sono i principali fattori di rischio per la BPCO, ma anche chi smette di fumare può comunque sviluppare o continuare ad avere la malattia. Da oltre un decennio non sono stati approvati nuovi approcci terapeutici. Negli Stati Uniti, circa 300.000 persone convivono con BPCO non controllata con evidenza di infiammazione di tipo 2.
Informazioni sul programma clinico di fase 3 di dupilumab nella BPCO
BOREAS e NOTUS sono studi replicati, randomizzati, di fase 3, in doppio cieco, controllati con placebo, che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di dupilumab in adulti fumatori o ex fumatori con BPCO moderata-grave. I pazienti avevano un’età compresa tra 40 e 80 anni nello studio BOREAS e tra 40 e 85 anni nello studio NOTUS. Tutti i 1.874 pazienti arruolati negli studi BOREAS e NOTUS avevano evidenze di infiammazione di tipo 2, come evidenziato dalla presenza di eosinofili nel sangue pari a ≥300 celluleper µL. I pazienti con diagnosi o storia di asma erano esclusi dagli studi.
Durante il periodo di trattamento di 52 settimane, i pazienti negli studi BOREAS e NOTUS hanno ricevuto dupilumab o placebo ogni due settimane in aggiunta a una tripla terapia inalatoria standard di cura massima composta da corticosteroidi inalatori (ICS), beta agonisti a lunga durata d’azione (LABA) e antagonisti muscarinici a lunga durata d’azione (LAMA). La doppia terapia di mantenimento, che comprendeva LABA e LAMA, era consentita se gli ICS erano controindicati.
L’endpoint primario degli studi BOREAS e NOTUS ha valutato il tasso annualizzato di esacerbazioni acute moderate o gravi della BPCO. Le esacerbazioni moderate sono state definite come quelle che hanno richiesto steroidi sistemici e/o antibiotici. Le esacerbazioni gravi sono state definite come quelle che hanno richiesto l’ospedalizzazione, che hanno richiesto più di un giorno di osservazione in un reparto di emergenza o urgenza o che hanno causato il decesso. I principali endpoint secondari comprendevano la variazione rispetto al basale della funzionalità polmonare (valutata in base al volume espiratorio forzato [FEV1] pre-broncodilatatore) a 12 e 52 settimane, la variazione dal basale a 52 settimane del punteggio totale SGRQ rispetto al placebo e la sicurezza.
Anche i risultati dello studio clinico BOREAS sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.
Informazioni sul programma di ricerca clinica sulla BPCO di Sanofi e Regeneron
Sanofi e Regeneron sono motivate a trasformare il paradigma di trattamento della BPCO esaminando il ruolo che diversi tipi di infiammazione svolgono nella progressione della malattia attraverso lo studio di due biologici potenzialmente “first in class”, dupilumab e itepekimab.
Dupilumab inibisce le vie di segnalazione dell’interleuchina-4 (IL-4) e dell’interleuchina-13 (IL-13) e il programma si concentra su una popolazione specifica di persone con evidenza di infiammazione di tipo 2. Itepekimab è un anticorpo monoclonale completamente umano che si lega e inibisce l’interleuchina-33 (IL-33), un iniziatore e amplificatore di un’ampia infiammazione nella BPCO.
Itepekimab è attualmente in fase di studio clinico, con due studi di fase 3 che stanno attualmente arruolando, e la sua sicurezza ed efficacia non sono state valutate da alcuna autorità regolatoria.
Informazioni su dupilumab
Dupilumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che inibisce le vie di segnalazione dell’interleuchina-4 (IL-4) e dell’interleuchina-13 (IL-13) e non è un immunosoppressore. Il programma di sviluppo di dupilumab ha dimostrato un significativo beneficio clinico e una riduzione dell’infiammazione di tipo 2 negli studi di Fase 3, stabilendo che l’IL-4 e l’IL-13 sono fattori chiave e centrali dell’infiammazione di tipo 2 che gioca un ruolo importante in molteplici malattie correlate e spesso co-morbide.
Dupilumab ha ottenuto l’approvazione regolatoria in oltre 60 Paesi nel mondo in una o più indicazioni, che comprendono alcune tipologie di pazienti con dermatite atopica, asma, rinosinusite cronica con poliposi nasale (CRSwNP), esofagite eosinofila (EoE), prurigo nodularis e orticaria cronica spontanea (CSU) di diverse età. Più di 850.000 pazienti sono attualmente in trattamento con dupilumab a livello mondiale.
Lo sviluppo clinico di dupilumab
Dupilumab è sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron nell’ambito di un accordo di collaborazione globale. Ad oggi, dupilumab è stato studiato in oltre 60 studi clinici che hanno coinvolto più di 10.000 pazienti affetti da diverse malattie croniche causate in parte dall’infiammazione di tipo 2.
Oltre alle indicazioni attualmente approvate, Sanofi e Regeneron stanno studiando dupilumab in un’ampia gamma di malattie guidate dall’infiammazione di tipo 2 o da altri processi allergici in studi di Fase 3, tra cui l’orticaria cronica spontanea, il prurito cronico di origine sconosciuta, la broncopneumopatia cronica ostruttiva con evidenza di infiammazione di tipo 2 e il pemfigoide bolloso. Questi potenziali impieghi di dupilumab sono attualmente in fase di studio clinico e la sicurezza e l’efficacia in queste condizioni non sono state pienamente valutate da alcuna autorità regolatoria.
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